Alcuni amici mi hanno ricordato che alcuni mesi fa un manipolo di facinorosi di destra ha assalito la sede della Cgil di Roma, pare, devastandola. Ne sono seguiti immediati processi e condanne. Financo il Presidente del Consiglio dei Ministri trovò il tempo per andare personalmente ad esprimere solidarietà agli assaliti. Nello stesso periodo un energumeno ostiense -anche lui pare di destra di cui nessuno ricorda più il nome- con una testata ferì un giornalista rimediando condanne esemplari e probabilmente ancora non è uscito di prigione. “La violenza, specie nazionalista deve andare in prigione”; sembrava essere il pensiero dominante. Neanche la opposizione parlamentare ha alzato un dito di dissenso da questo pensiero.
Mi hanno chiesto se in quel periodo in cui i media si scagliarono compattamente contro queste esibizioni di culto della sopraffazione e della violenza di destra, sapevano della esistenza in Ucraina di interi reparti militari inneggianti al nazismo; stranamente non perseguitati dalla giustizia locale e dal pubblico lubidrio internazionale (e specie italiano) ma bene armati, pagati, nutriti, vestiti ed equipaggiati da qualcuno. Mentre l’Europa amoreggiava con il governo di quella nazione. Nessuno sapeva? E adesso che lo sappiamo pure noi, opinione pubblica, da che parte stiamo?
La questione mi ha messo in non piccola difficoltà e l’ho confrontata con alcuni report dall’Ucraina che ci informano di come vengono addestrati all’uso delle armi i giovani del luogo che non ne avevano mai vista una. Quasi bambini-soldati determinati a difendere la loro Terra.
Adesso per questi opinion maker occidentali l’uso delle armi e della violenza è divenuto una qualità? e si deve andare a scuola per imparare a farlo? Per giunta per scopo nazionalista? E l’internazionalismo di ieri per il quale abbiamo bellamente ceduto “pezzi di sovranità” agli stranieri era una balla? Tutte le banche e le società divenute contribuenti di altri stati europei e non, perchè le abbiamo cedute?
Naturalmente non vi saranno mai risposte ma colpisce il dietro front dei nostri media. E della politica.
Dato che i nostri convincimenti non si formano più da tempo nelle scuole e nelle Università ma davanti alla televisione o internet e dopo averci indotti a credere nella “grande famiglia europea” che ci vuole bene, non è che adesso ci instillano l’idea di combattere? I pacifisti divengono combattenti per la pace? e per di più nazionalisti?
La credibilità dei nostri media, che da tempo rasentava il pavimento e sopravviveva in modo comatoso, adesso scende sotto lo zero e crea enorme allarme; peraltro la coralità con la quale si muove fa pensare ad una regia unica: è infatti incredibile che non vi sia una sola voce che si sia accorta di tale virata a favore niente di meno che dei nazionalisti!?! Presto ci diranno che essere gay è cosa disdicevole ed in conflitto con le necessarie virtù guerriere? Non me ne meraviglierei molto!
CANIO TRIONE