Quali conseguenze ha e avrà il sud dalla guerra ucraina e dal suo possibile allargamento? L’aumento del prezzo dell’energia è una conseguenza che conosciamo già e che sta producendo problemi enormi sia alle famiglie del Mezzogiorno, già in difficoltà da decenni, sia alle imprese meridionali che vedono i propri costi lievitare mentre i propri clienti hanno sempre meno danaro nel portafogli proprio per il caro energia. Si va verso la implosione.
Mentre le banche e le grandi imprese sanno come scaricare sui propri clienti i rincari della bolletta i nostri imprenditori non possono farlo perché operano in una situazione fortemente concorrenziale. Ma non v’è solo la questione energia; esiste anche una questione materie prime, un’altra relativa ai semilavorati, un’altra ancora che riguarda i mercati di sbocco. Tutto va contro la nostra economia e tutti gli altri “sud del mondo” stanno nelle stesse angustie. Inoltre non è peregrina la ipotesi di un allargamento del conflitto che coinvolga maggiormente noi italiani e quindi noi meridionali.
Non sarebbe la prima volta che ci chiamano a contribuire con la vita dei nostri ragazzi allo sforzo bellico nazionale. Per la prima guerra mondiale abbiamo mandato al sacrificio centinaia di migliaia di ragazzi per difenderci dal barbaro invasore; ragazzi che non avremmo sacrificato se l’Italia non si fosse unificata appena mezzo secolo prima… ma poi ci siamo sentiti dire ai giorni nostri che le frontiere non servono più a nulla e che l’aver sacrificato la vita per includere le Terre Irredente all’Italia serviva a poco. Quindi quelle frontiere conquistate con il sangue sono state cancellate.
Dopo pochissimi anni da quella tragedia, la seconda guerra mondiale ha portato una disfatta umana e fisica che solo dopo due decenni di lavori di ricostruzione è stata parzialmente assorbita. In entrambi i casi non abbiamo combattuto per nostri interessi meridionali, ma per scelte ed interessi di altri, non meridionali. L’aver eseguito le disposizioni politiche e militari quindi non ci è giovato.
Oggi che siamo chiamati a pagare le armi per altri e forse a combattere “per la pace”, cosa potremmo trarre da questa futura guerra? Se la sovranità italiana è, per così dire, “attenuata” vuole dire che non combatteremo esclusivamente per l’Italia; e allora per chi combatteremo; cioè chi guadagnerà di più da questo conflitto; cioè, ancora, chi lo deciderà veramente? le potenze del nord Europa o del nord Atlantico? O altri ben nascosti? E se qualcuno degli stati europei dovesse dire di non voler belligere, visto che i Trattati di Maastricht escludono la politica estera dalle materie comuni, potrà farlo? E una Europa che dovesse trovare compattezza in caso di guerra, come alcuni si vantano che sia, che razza di Europa è? E a noi piace una organizzazione che si unisce veramente solo per fare una guerra?
Peraltro i toni dei leader occidentali sono così offensivi che sembrano cercare la maniera per indurre la Russia non solo a non trattare ma ad allargare la sua aggressività.
Questa è e sarà una guerra fortemente tecnologica e mediatica. Già vediamo lo scontro delle disinformazioni; dei missili e degli anti missili, degli aerei e della contraerea, dei droni e degli anti droni, con danni (oltre a quelli noti) all’ambiente decisamente non riportati dai media, ma gravissimi.
Ma rimane la questione di fondo: chi ha deciso veramente di coinvolgere mezza Europa in guerra? E perché?
Forse fino a che non sapremo la risposta converrà starne alla larga… abbiamo sbagliato a partecipare quando si sapeva chi e cosa decideva, figuriamoci quanto sbaglieremmo adesso.
Canio Trione