Per Lavrov la strage di Bucha è una messinscena

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Civili giustiziati per le strade, esecuzioni sommarie e arbitrarie, cadaveri con le mani legate dietro la schiena, fosse comuni: il ritiro delle truppe russe, arrivate dal confine bielorusso fino a Kiev, ha lasciato dietro di sé una scia di devastazione e morte, documentata dai giornalisti giunti sul posto.

La comunità internazionale ha condannato all’unanimità gli abusi commessi a Bucha, epicentro di una delle battaglie più feroci dell’offensiva di Mosca. Zelensky parla di “genocidio”, anche se la Russia nega ogni responsabilità e liquida le denunce come ‘fake news’.

Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, lo ha definito un altro “falso attacco” e ha sostenuto che nella cittadina ucraina alle porte di Kiev è stata organizzata una messinscena. “L’altro giorno, è stato effettuato un altro falso attacco nella cittò di Bucha, nella regione di Kiev, dopo che le truppe russe se ne erano andate dalla zona secondo i piani”, riporta l’agenzia russa Ria Novosti citando Lavrov che parlava a margine dell’incontro con il vice segretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari Martin Griffiths.

Secondo il capo della diplomazia russa, pochi giorni dopo la partenza delle truppe russe dalla cittadina è stata “allestita una messinscena, diffusa attraverso tutti i canali e i social network dei rappresentanti ucraini e dai loro protettori occidentali”. 

agi

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