Ogni tanto riemerge la questione della autonomia amministrativa delle regioni del nord. Alcuni rappresentanti politici nordici, Lega in testa, vorrebbero trattenere nelle loro mani i soldini che -sempre a loro dire- vengono distolti al nord e inviati al sud. Naturalmente li vogliono trattenere non per darli alle popolazioni del nord ma per gestirli loro stessi, cioè per il bilancio pubblico delle regioni del nord. I contribuenti del nord sembrano essere contenti di una prospettiva del genere e non protestano affatto; né lo fanno i loro media.
Immediatamente però si levano gli scudi di certi meridionalisti (quelli che vogliono rilanciare il sud con soldi provenienti da altrove e quindi di ispirazione di sinistra) che trovano penalizzante per il sud tale ulteriore autonomia amministrativa del nord chiedendo implicitamente ed esplicitamente di lasciare le cose come sono e magari premono per dare più soldi al sud anche in forza di alcune leggi che giustamente recitano in tal senso.
È la solita litania della coperta troppo corta e di una unitarietà a senso unico nella quale come la fai e la fai il nord se ne avvantaggia sempre; e lo dimostra il fatto che il sud rimane da innumerevoli decenni al palo e ha bisogno sempre di più. Ormai è evidente che non è questione di allocazione delle risorse (cioè di dove e come spendi i soldi del contribuente) ma di sistema che è stato pensato per il nord e la sua mentalità. Plateale l’esempio delle banche: ormai quando versi in banca i tuoi risparmi, ipso facto vanno al nord semplicemente perché la stragrande maggioranza delle banche è del nord e presta i soldi al nord; inoltre non ti pagano interessi e adesso i tuoi risparmi non te li vogliono neanche restituire imponendoti l’uso della moneta elettronica. Ma lo stesso vale per le assicurazioni, le automobili, l’energia… non serve più neanche aumentare le tasse: i soldi vanno al nord senza se o ma, semplicemente perché glieli diamo noi meridionali direttamente e volontariamente attraverso tutti questi canali perché non esiste altra scelta. Una truffa colossale!!! A ben vedere anche quando votiamo portiamo il nostro consenso al nord: mai un partito politico è stato meridionale né di sede, nè di ispirazione. Anche il M5S che ha fatto il pieno al sud alla fine ha dato (e non solo a noi) una piccolissima elemosina per sedare le possibilità di rivolta che serpeggiano nelle fasce più deboli della popolazione. Il resto della sua politica, pur cangiante ed indeterminabile, è verso il nord.
Peraltro non v’è chi non dica ad ogni statistica che esistono due Italie e ormai ce ne siamo convinti; rimane solo da formalizzare istituzionalmente tale situazione. Che si attende più a separare i due bilanci? I nordici che tengono così tanto al loro gettito, se lo tengano con il loro modello di sviluppo; si tengano anche Roma e la sua debolezza verso poteri forti, i suoi debiti accumulati senza soluzione di continuità dalla Unità ad oggi; si tengano anche Draghi e le influenze internazionali così tanto care alle grandi imprese; si tengano anche l’euro e le banche ormai proprietà dei fondi internazionali. Non rimpiangeremo nulla di tutto ciò. Facciano anche le guerre cui sembra che tengano molto mentre noi no,… noi cercheremo di fondare il nostro futuro nella collaborazione tra gli stati mediterranei pacifici che vorranno stare con noi. Noi ci terremo il nostro cibo come le nostre spiagge, il nostro sole e vento come la nostra energia e petrolio; tutte cose che venderemo al miglior offerente.. Tireremo la cinghia per un po’, forse, ma ci siamo abituati, nè sarebbe differente in un nostro futuro nell’Italia unita; però è bene che ognuno si tenga il suo, ed è bene che il proprio futuro si realizzi in base alle proprie forze.
Quindi ai politici nordici separatisti diciamo: bye bye nord; se volete, andatevene come siete venuti: insalutati ospiti. Non vi rimpiangeremo!
CANIO TRIONE