Come si può combinare la certezza della pena con la custodia in carcere di un mamma con il suo bimbo? Il giudice quando è chiamato a dare risposta a casi del genere dovrà fare davvero ricorso a tutto il suo sangue freddo per non farsi prendere da rimorsi, in fin dei conti anche il giudice è un padre.
Tuttavia la legge è chiara: Le donne condannate a pene detentive con figli minori non saranno più detenute in carcere fin quando il bambino non avrà compiuto il sesto anno di età se non nella ipotesi in cui vi siano “esigenze di eccezionale rilevanza” (in tal caso la detenzione sarà disposta presso un istituto a custodia attenuata per detenute madri – c.d. ICAM).
Lo scorso 17 febbraio la Ministra della Giustizia Cartabia ha ribadito quello che è il primo obiettivo del Governo: impedire che anche solo un bambino varchi la soglia di un carcere. Ma oggi sono ancora 18 i bambini costretti a vivere dietro le sbarre, insieme alle proprie madri: di questi, 6 bambini si trovano nella sezione femminile del carcere di Rebibbia a Roma; gli altri, invece, sono detenuti presso gli Icam, gli istituti a custodia attenuata per madri detenute. La strada per cambiare la situazione si è aperta grazie alla proposta di legge Siani che individua nelle case famiglia protette l’unico luogo idoneo dove possano vivere i bambini figli delle madri condannate.
Diverse associazioni , come Cittadinanzattiva e “A Roma insieme-Leda Colombini”, si sono schierate a sostegno della proposta di legge del deputato Siani che introduce nell’ordinamento misure organiche, finalizzate al superamento degli Icam e prevede l’obbligo di finanziare strutture protette per donne e bambini valorizzando contesti realmente alternativi alla detenzione dove porre al centro l’accoglienza dei bambini, la loro tutela, avviando nel contempo percorsi di recupero e di reinserimento delle madri.
Purtroppo però, dal 2019 la proposta di legge Siani è ferma in Commissione Giustizia. Ma nel 2021, grazie all’adozione di un emendamento proposto e redatto proprio da Cittadinanzattiva per l’istituzione di un fondo dedicato all’accoglienza delle mamme detenute con i loro piccoli in case famiglia o comunità alloggio, sono stati stanziati 4,5 milioni di euro destinati a sostenere l’accoglienza dei nuclei mamma-bambino fuori dal contesto penitenziario. Una disponibilità finanziaria che apre, dunque, una possibilità in più.
Purtroppo i dati dei bambini ristretti nei penitenziari sono da brivido. Per il sol fatto che si tratta di un innocente che a causa della condanna irrogata alla sua mamma dovrà trascorrere una vita in regime di carcerazione. Perché? Nel 2008 in Italia i bambini in carcere con le madri erano 78, nel 2009 sono scesi a 73. Nel 2019 il loro numero era 55, nel 2020 raggiungeva quota 33 e oggi, secondo gli ultimi dati del Ministero della giustizia a dicembre 2021, sono 18 i bambini in carcere con le proprie madri.
Mi domando: che ricordi avranno questi bimbi?
Franco Marella