NON SI SALVINI

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Ma vedete un po’ cosa ci tocca commentare…

Prendiamola dall’inizio la questione e capiamo i problemi che hanno epilogo in questi giorni.

Si presenta da Davide Mengacci, a “Il pranzo è servito” un giovane milanese capellone che, giovanissimo già dichiarava lo scopo di vita: “nullafacente”.

Matteo Salvini da Milano, prima via a sinistra di Umberto Bossi che lo candidò al Parlamento padano, un giochino di società che s’inventò quello che ce lo aveva duro (il cervello), nella lista dei comunisti padani.

Si sa, basta dirsi una volta comunista che si fa subito carriera.

E lui l’ha fatta. Dopo qualche banchetto contro gli insegnanti meridionali nelle scuole del nordume, riesce a sostituire proprio il duro Bossi, nel frattempo afflosciatosi. 

Essere all’opposizione paga ma mai quanto essere al Governo come Ministro degli Interni in una coalizione dove ti lasciano fare, salvo poi negare.

L’immigrazione è sotto controllo, forse anche per la nomea d’essere decisionista nella questione ed un pizzico di qualunquismo. 

Ma, come in tutte le parabole, arriva il punto dove fai la cazzata che distrugge il Governo Conte 1: si chiama Papete ed è l’esempio che bere fa male.

Parte l’autodistruzione: tutti si coalizzano per durare, altrimenti niente vitalizio. Occasione stupenda che il PD prende al volo. La lega scende nei sondaggi nei confronti della Meloni che non entra mai in governi con avversari, come invece hanno fatto Berlusconi prima ed il Capitano degradato a spettatore di truppa poi.

Segue il giramento di ruota dell’ex concorrente di Mike Bongiorno, tale Matteo Renzi che, con il suo partito-pannocchia, riesce a portare Draghi al Governo e tutti dentro la maggioranza esclusa sempre la Meloni, coerente nel non volersi mischiare al ciambotto dei migliori.

E cosa fa Salvini? Rappresenta la destra al Governo? No, si sposta al centro, si porta a ridosso tanto da penetrare Forza Italia e diventare cosa unica. RIP, rincoglioniti in prova che perdono consensi non essendo più carne o pesce, un po’ vegani, un po’ pasticciati. Pro armi ma non armi offensive all’Ucraina. Figli di Putin ma anche con figura di merda epica in mondovisione per colpa di un piccolo sindaco polacco. Sanzioni e diplomazia ma anche “ghe vad mi” da Putin e Zelensky che gli dò lo spritz del Papete e magari passiamo l’estate meglio di come si profila l’inverno del futuro.

Ma veramente? Dico, è vero che abbiamo Di Maionese ministro degli esteri e che i russi già ci prendono in giro per il piano di pace dilettantesco inviato. Ora pure mandargli Salvini?

Oddio, capace che, per non vederselo arrivare Russia ed Ucraina facciano prima pace. Ma se non accade, tenetevelo pure. Magari si candiderà nella lista dei comunisti russofoni e farà carriera. Fino al prossimo Papete.

GIANPAOLO SANTORO

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