Colpire Google Analytics per proteggere i dati degli utenti

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“La protezione del dato è un diritto fondamentale, ma se vogliamo azionarlo correttamente dobbiamo colpire chi è responsabile della conservazione e dell’uso dei dati, cioè Google e le grandi piattaforme. Dovremmo indirizzare meglio le nostre azioni”. Andrea Lisi, avvocato e presidente di Anorc Professioni, commenta così all’agenzia di stampa Dire l’intervento del Garante della Privacy sulla questione dell’utilizzo di Google Analytics: il Garante nazionale ha dichiarando illegittimo il trasferimento dei dati personali degli utenti verso gli Usa, in assenza di garanzie adeguate.
Questa mattina, lo Studio Legale Lisi ha promosso il workshop ‘Come gestire le problematiche legate a Google Analytics. Microsoft 365, Fanpage di Facebook & servizi simili’, organizzato dalla Digital Law e riservato ai soci di Anorc e Anorc Professioni e ai Clienti di Studio Legale Lisi. Un momento di approfondimento per valutare come aziende e pubbliche amministrazioni possono uscire da questo impasse, con la partecipazione dell’avvocato Lisi e dell’avvocato Sarah Ungaro, vicepresidente di Anorc Professioni.
 
“Abbiamo cercato di condividere una linea di azione per aziende e pubbliche amministrazioni, in modo da capire come risolvere il problema di Google Analytics, ma non solo”, ha spiegato Lisi. Secondo il Garante italiano, infatti, Google Analytics non rispetta il Gdpr (Regolamento generale sulla protezione dei dati) perché trasferisce i dati dei cittadini europei nei server statunitensi. Il provvedimento, che si riferisce nello specifico alla società Caffeina Media Srl, che usava questi strumenti sul proprio sito, invita adesso la società ad abbandonare l’uso di Analytics o uniformarsi alla normativa Ue, entro 90 giorni.
“Le conseguenze di questa decisione non riguardano solo Google Analytics: il problema è che se la situazione non viene risolta a livello politico e normativo, tutti i servizi di Google e non solo, rischiano di essere illegittimi- spiega Lisi- Se così fosse, rischiamo di avere un web completamente diverso da come l’abbiamo inteso fino ad ora, con conseguenze immense per tutto il sistema. Questo è un dibattito molto ampio che si inserisce in uno scenario di politica internazionale complesso, che riguarda i rapporti tra Stati uniti e Ue. Ad oggi gli Usa non si sono adeguati alla normativa Ue; non c’è un accordo, ma si sta cercando di raggiungerlo”.

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