Se volessimo ripercorrere in quantità e qualità gli insulti proferiti nei confronti del PD dal Movimento 5 Stelle dovremmo realizzare una enciclopedia della grandezza della Treccani. Eppure, la classe dirigente avvedutissima oggi guidata da Lince Letta, ha sempre visto nei grullini la via di fuga possibile per non far vincere il centro-destra o, quantomeno, tentare un pareggio, la famosa “non vittoria” di Bersani che consentì comunque le pastette e gli inciuci, complici sia il mai troppo odiato Berlusconi o l’inquisito a difese alterne Salvini.
I primi a dialogare e parlare del popolo dei V-day come delle risorse dalle quali il Paese non avrebbe più potuto fare a meno furono loro, i campioni pugliesi, i cric & croc della politica, Emiliano e Boccia, anzi Boccia Emiliano, così che sia omen nomen.
“Conte è un alleato affidabile” pronosticava qualche giorno fa Boccia. Non chiedetegli i numeri del lotto. Il massimo che potrà indicarvi è un due di bastoni a briscola.
Emiliano ricorda la telefonata con Conte: “ho detto di riflettere bene su questa cosa e credo tutto sommato che la decisione finale del Movimento 5 Stelle potrebbe essere quella di non far saltare il governo e me lo auguro fortemente”. Detto fatto.
Si va ad elezioni.
E Letta? Niente, farebbe già ridere così la dichiarazione che vuole la virata a scappare dai M5S ma lui, si sa, vuole sempre primeggiare e, quindi, ecco pronto il corteggiamento a tre esponenti ex Berlusconiani, peraltro sempre dileggiati, altro che body shaming. Parliamo della Gelmini, della Carfagna e, incredibile, di Brunetta. E’ bastato che, all’unisono, abbiano avanzato il loro V-day al Cavaliere che subito sono divenuti arruolabili PiDdì. Auguri. E sondaggi in calo.
Essendo in campagna elettorale, i professionisti dell’antifascismo a targhe alterne ricominciano la solfa, la Meloni qui e là, accusata di fomentare l’odio, principalmente verso sé stessa, mentre Salvini si taglia la barba, così da somigliare di più a Berlusconi, patta aperta a parte.
I programmi? No, non quelli di TV Sorrisi e Canzoni. Apicella non si vede più. Intendo le promesse elettorali pronte pronte come la focaccia appena uscita dal forno: la migliore è 1000 euro al mese ai pensionati. Più pilu per tutti agli altri.
Quantunquamente la Flat tax non sarebbe male. Immigrati zero virgola migliaia sbarcano a Lampedusa in piena alta stagione. Li faranno sbarcare in bassa stagione. L’intrattenimento sarà tenuto da quel mattacchione di Speranza. Il rimpatrio sarà invece gestito dalla Lamorgese. Meno burocrazia per Agenzia delle Entrate che sta spargendo buste verdi per l’Italia e non sono biglietti elettorali della Lega.
Insomma, il copia ed incolla degli ultimi 30 anni.
E Draghi? Sull’Agenda ha segnato “me so rotto”. Tanto felice di andarsene da piangere per la contentezza in Parlamento. Suvvia, anche i banchieri hanno un cuore!