“Sempre piene di pianto l’urne dei forti…” ma non abbastanza pieni, evidentemente, i serbatoi d’inchiostro delle rotative della grande stampa, nessun articolo in prima pagina per la sua scomparsa, nemmeno sui giornali per cui ha lavorato. Già, forse perché troppo libero e “Politicamente Scorretto, un giornalista fuori dal coro” (non a caso Il titolo del suo penultimo libro) Gianni Minà. L’ immenso professionista e autore televisivo, scomparso a 84 anni, che sino alla fine è appartenuto solo a se stesso e al suo “mestiere” a tutto campo di giornalista nel senso più vero del termine e forse, senza esagerazioni, non interpretato da nessuno come da lui. Stiamo infatti parlando dell’autore di interviste memorabili, da Fidel Castro al Comandante Marcos, dai Beatles a Maradona o Muhammad Alì, forse il suo personaggio preferito. Già quel Cassius Clay che aveva cambiato nome, e in cui più si rispecchiava però in “guanti bianchi” lui, in guantoni l’altro, ma con la stessa determinazione di entrambi a difendere le proprie idee contro tutto e tutti, se necessario.
Ma dove non è stata generosa come forse doveva essere la stampa, ci ha pensato il Cinema, quello con la C maiuscola. E parliamo del Bif&st la rassegna cinematografica, alla sua XIV edizione e in corso a Bari in questi giorni, che questo 25 marzo gli ha conferito il “Premio Bif&st alla Carriera” e proiettato in anteprima mondiale lo straordinario docufilm “Gianni Minà una vita da giornalista” di Loredana Macchietti. Ieri la coda al suo feretro esposto in Campidoglio e una lunga fila a rendergli l’ultimo saluto, ecco una foto faticosamente rispolverata dal nostro archivio, non ce la sentivamo proprio di far mancare il nostro omaggio a Minà e a ricordarlo anche dalla nostra testata. Due immortali insieme, ognuno per il suo, come dunque non pubblicare questo scatto che lo vede a Bari con Ennio Morricone? Siamo al 27 aprile 2019 “nel giorno più bello della sua vita”, come lo definì l’immenso compositore (Oscar alla carriera 2007 e nel 2016 per The Hateful Eight ) quando l’ideatore e patron del “Bif&st – Bari international Film Festival” Felice Laudadio, nel decennio di questa rassegna, gli volle consegnare il prestigioso Premio Fellini con sul palco, insieme a lui, ben due altri premi Oscar, Nicola Piovani e Giuseppe Tornatore. E una storia tutta barese quella di quest’ultimo e di Ennio, tutta ancora da raccontare per immagini in assoluta esclusiva (e ancora inedite) legate ad un EuropaCinema ’88 e a un film, “Nuovo Cinema Paradiso” che è da Bari che ha cominciato la sua grande avventura che poi lo ha portato all’ Oscar due anni dopo, nel 1990, a Hollywood.
Enrico Tedeschi (con la collaborazione di Giorgia Lecce Coccia)