Bomba in un bar a San Pietroburgo, ucciso il blogger russo Tatarsky

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È stata arrestata Daria Trepova, la 26 enne sospettata per l’attentato di ieri in un caffè di San Pietroburgo in cui è stato ucciso il blogger Vladlen Tatarsky.

Nello scoppio della bomba sono rimaste ferite altre 32 persone, una decina delle quali versa in gravi condizioni in ospedale. La donna avrebbe consegnato materialmente la statuetta imbottita di esplosivo che pochi minuti dopo è esplosa nel caffè di proprietà del capo della Wagner Evgenij Prigozhin. 

 

 

I media russi affermano che in precedenza, Daria Trepova, era stata coinvolta in azioni non autorizzate contro la campagna militare russa in Ucraina.

L’esplosione è avvenuta allo Street Food Bar n. 1 nel centro di San Pietroburgo, di proprietà di Evgenij Prigozhin, imprenditore del settore della ristorazione e capo del gruppo mercenario Wagner, come lui stesso ha ammesso ieri sera su Telegram.

Il capo del gruppo Wagner è solito prestare il caffè nei fine settimana al Fronte Cyber Z per tenere i suoi eventi nazionalisti sulla campagna militare russa in Ucraina, come nel caso di domenica, quando l’oratore principale era Tatarski, il cui vero nome è Maxim Fomin. Secondo l’Istituto per gli studi strategici (ISD), questo gruppo è una fabbrica di troll utilizzata per promuovere la propaganda russa sui social media.

Secondo il media indipendente Meduza, Tatarski è un blogger e uno dei più famosi corrispondenti militari, che ha guadagnato fama durante la campagna militare russa in Ucraina. È nato nella regione ucraina di Donetsk e ha combattuto nel 2014 nell’autoproclamata repubblica popolare. Ha più di 560.000 iscritti al suo canale Telegram. Tatarski ha scritto dal fronte in Ucraina e ha acquisito notorietà dopo aver pubblicato un video registrato all’interno del Cremlino lo scorso settembre in occasione dell’annessione di quattro regioni ucraine da parte della Russia.  Nel video proclamava: “Sconfiggeremo tutti, uccideremo tutti, deruberemo tutti come necessario. Proprio come piace a noi”.

L’attacco al blogger ricorda quello che ad agosto ha ucciso Daria Dughin, figlia del leader del Movimento Neo-Eurasiatico, Alexandr Dughin, considerato vicino al Cremlino. La donna fu uccisa con una bomba piazzata nel sottoscocca della sua auto mentre stava percorrendo una strada fuori Mosca. Le autorità russe hanno accusato i servizi segreti ucraini di essere dietro l’attentato, cosa che è stata fortemente negata dal governo di Kiev.

Lo stesso Dughin ha scritto sul suo social network VKontakte, il Facebook russo, che “(…) uccidono coloro che sono veramente dalla parte di Dio, dello Spirito, della Russia. Sanno cosa è piu’ prezioso per noi e vengono a distruggerlo sul posto”. Mentre Dughin non precisò a chi si riferisse, la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova ha indicato direttamente l’Ucraina come responsabile dell’attacco.

“I giornalisti russi subiscono costantemente minacce di rappresaglie da parte del regime di Kiev e dei suoi ispiratori, che vengono sempre più attuate”, ha scritto. Il consigliere dell’Ufficio del Presidente ucraino Mykhailo Podolyak ha twittato che “i ragni si mangiano a vicenda” e ha attribuito l’esplosione al “terrorismo interno come strumento di lotta politica” in Russia.

Secondo il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dietro la bomba esplosa oggi in un bar di San Pietroburgo uccidendo il blogger militare nazionalista noto con lo pseudonimo di Vladlen Tatarsky c’è il terrorismo interno.

Utilizzando la metafora dei “ragni che si mangiano a vicenda dentro a un barattolo”, sul suo profilo Twitter Podolyak ha scritto che “nella Federazione Russa inizia”. “Quando il terrorismo interno diventerà uno strumento di lotta politica interna?”, si è chiesto.

agi

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