Bin Salman: “Non voglio più compiacere gli USA”

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Che l’Arabia Saudita abbia fretta di liberarsi dal guinzaglio statunitense lo si capisce dalle ultime mosse di Riyad in politica internazionale. A dirlo esplicitamente ci avrebbe però pensato lo stesso Mohammed bin Salman in una conversazione privata di qualche settimana fa, arrivata però adesso sulle pagine del Wall Street Journal. Secondo l’inchiesta del giornale statunitense, il principe ereditario avrebbe infatti dichiarato che non intende più “compiacere” Washington senza ricevere nulla in cambio.

Ciò che Bin Salman vorrebbe sono probabilmente degli asset per poter finanziare i faraonici progetti della monarchia saudita in campo tecnologico e urbanistico, fra i quali spiccano città futuristiche e resort di lusso. Per farlo, Riyad non può più permettersi di seguire le scelte energetiche di Washington. L’Arabia Saudita crede invece che questo sia il momento giusto per salire sul carro del multilateralismo targato Cina e Russia, sotto il cui ombrello è sicuramente più facile mantenere basso il prezzo del petrolio voltando così le spalle alla Casa Bianca.

Macron alla corte di Xi, gli affari prima di tutto

di Margherita Furlan 

 

Emmanuel Macron è atterrato a Pechino in compagnia di 4 ministri e ben 53 imprenditori. Una lista di invitati non in linea coi venti di disaccoppiamento che soffiano dagli Stati uniti. Ma forse nemmeno tanto con la “riduzione di rischio” chiesta da Ursula von der Leyen nelle relazioni Cina-Ue. Pechino chiede all’Ue “autonomia strategica” ed emancipazione da Washington per continuare a cooperare. Macron sostiene da tempo la necessità di dialogo con Pechino per non favorire un completo allineamento con Mosca. In precedenza però sosteneva la stessa cosa sul fronte russo. In concomitanza della sua visita, comunque sia, Airbus sta negoziando una nuova serie di ordini con Pechino. Negli ultimi anni, il costruttore francese ha preso in mano il mercato cinese relegando l’americana Boeing al ruolo di comprimario. L’Europa appare infatti sì intenzionata a ridurre la propria dipendenza dalla Cina, soprattutto sui fronti più strategici come la tecnologia e le materie prime, ma vuole proseguire gli affari. Per Pechino si tratta di protezionismo. In un’intervista a Nouvelles d’Europe l’ambasciatore cinese a Parigi, Lu Shaye, ha ricordato come “il valore totale degli investimenti cinesi in Francia sia di gran lunga inferiore al valore totale degli investimenti francesi in Cina.” Il diplomatico ha quindi invitato l’Eliseo a superare “l’interferenza di terze parti”, alludendo chiaramente a Washington. Pechino non ha comunque nascosto lo scarso entusiasmo con cui – su insistenza di Macron – “ha concordato” che la presidente della Commissione fosse inclusa nel tour, anziché accoglierla “su invito del presidente Xi Jinping” come nel caso del capo dell’Eliseo. Insomma, per Pechino le premesse non sono esaltanti, e c’è chi lo ammette a denti stretti. Nella giornata di ieri, Zichen Wang, giornalista dell’agenzia di Stato Xinhua, ha espresso serie perplessità sul futuro dei rapporti con l’Ue, sminuendo il significato della trasferta dei due leaders. Il commento è stato cancellato solo poche ore dopo. Intanto la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen incontra Kevin McCarthy in California e il ministero degli Esteri di Pechino ha preannunciato una reazione per difendere “con fermezza la sovranità nazionale”.

Fonte: casadelsoletv.it 

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