Le immagini dei festeggiamenti per la recente incoronazione di Re Carlo III e la consorte Camilla hanno fatto il giro del mondo. Addirittura, anche in molteplici dei principali canali di informazione, non ci si è limitati ad un solo servizio televisivo ma a lunghe dirette televisive forse nemmeno paragonabili alla diretta della morte di un Papa.
Eppure, tra i rappresentanti delle Repubbliche di più di mezzo mondo – molteplici dei quali democraticamente eletti ma paradossalmente gioiosi alla partedipazione della cerimonia di riavvio dei vertici della monarchia più famosa ed influente del pianeta – vi era un numeroso gruppo di manifestanti dichiaratamente pro-Repubblica e a favore dell’abolizione della monarchia.
#NotMyKing è stato l’hastag più diffuso dal movimento Republic, che, nei pressi diTrafalgar Square, ha utilizzato l’ennesimo slogan anche nei cartelli sfoggiati da decine di manifestanti. La Polizia è poi intervenuta arrestando alcuni di essi, tra cui il Presidente del movimento politico, Graham Smith. La notizia è stata diffusa in sordina soltanto alcune ore dopo l’evento mentre anche sulla tv italiana si parlava perlopiù della carrozza in oro massiccio dei sovrani e delle corone composte da migliaia di diamanti. Mentre l’Italia e molti altri paesi europei celebrano almeno annualmente il trionfo della democrazia sulla dittatura, più a Nord c’è ancora chi viene persino arrestato nel reclamare questi valori.
A scanso di equivoci, precisiamo che il Regno Unito è oggi un sistema democratico, fatto di un Parlamento democraticamente eletto. Ma la presenza di monarchi – capaci ancora oggi di usufruire di molteplici ricchezze dello Stato a prescindere dalle condizioni economiche dello stesso – in un sistema realmente democratico, dovrebbe essere sempre oggetto di libero dibattito.