Servizi Segreti e sicurezza ambientale

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L’ambiente e la sua protezione rappresentano – questo è un elemento ormai acquisito da tempo – anche una questione di sicurezza nazionale. La recente Relazione “Sulla politica dell’Informazione per la Sicurezza 2022” del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica dedica un intero capitolo, non ampio, in realtà, alla “sicurezza ambientale”.

L’interesse dei nostri Servizi segreti per la tutela dell’ambiente e per l’adozione delle misure necessarie per neutralizzare le minacce sia interne che esterne è legittimato e avvalorato ancora di più dalle recenti Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente: la Repubblica «Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali».

Si legge nella Relazione: «L’attività d’intelligence nell’ambito della sicurezza ambientale risulta, pertanto, fondamentale per la sua caratteristica intrinseca di anticipare al decisore politico criticità e vulnerabilità, in un’ottica di sistema, per un’azione di difesa focalizzata principalmente sulla prevenzione del rischio ambientale. Ciò può essere perseguito individuando, analizzando e monitorando la minaccia alla sicurezza ambientale e alla salute pubblica a livello nazionale, al fine di consentire l’esecuzione di mirate azioni che evitino il danno ambientale o che, quantomeno, mirino a contenerne gli effetti negativi e i relativi costi di ripristino».

Scrivono gli analisti dei nostri Servizi: «al percorso di contenimento della minaccia climatica, che dovrà portare l’Italia e l’Europa a raggiungere la riduzione del 55% delle emissioni nel 2030, il Comparto rivolge la propria attività di ricerca informativa privilegiando, in particolare, l’individuazione di vulnerabilità e disfunzioni di sistema che possano impattare negativamente sulla capacità del Paese non solo di perseguire gli obiettivi di transizione energetica nazionali sul lungo periodo, ma anche di fornire efficaci risposte di breve periodo, in termini di progressiva indipendenza dall’approvvigionamento di energie fossili e green dall’estero (quali ad es. eolico, fotovoltaico, geotermico, idroelettrico e nucleare)».

L’analisi dell’impatto dello sviluppo delle fonti rinnovabili sul sistema energetico nazionale – sostengono gli analisti –  ha fatto emergere potenziali criticità, riconducibili all’eccessivo consumo di suolo e di risorsa idrica; allo smaltimento di rifiuti pericolosi, tra cui l’amianto derivante dallo smantellamento di coperture di edifici su cui installare pannelli fotovoltaici; a una preoccupante correlazione tra l’aumento della temperatura atmosferica, come conseguenza del riscaldamento globale, e la riduzione della resa energetica dei pannelli fotovoltaici, oltre all’aumento del rischio incendi.

«In termini di rischi emergenti, l’aumentato interesse da parte degli attori nazionali ed esteri verso la realizzazione di nuovi impianti FER – Fonti Energia Rinnovabile – sul territorio italiano pone il crescente problema di contemperare il perseguimento di obiettivi privati, a fronte di una corretta integrazione dello sviluppo delle fonti rinnovabili, con l’attuale sistema energetico nazionale, specie in relazione al mantenimento di criteri di efficienza, sicurezza energetica e salvaguardia ambientale.

Peraltro, il problema dei contrapposti interessi relativi agli operatori del settore fossile e a quelli del settore delle rinnovabili rischia di innescare fenomeni di interferenza sui processi decisionali pubblici, in grado di influenzare le scelte di politica industriale nazionali ed europee».

Va segnalata la totale assenza nella Relazione di qualsiasi riferimento alle minacce al patrimonio faunistico e alla biodiversità derivanti dai traffici interni e internazionali e al coinvolgimento della criminalità organizzata in alcuni filoni criminali legati allo sfruttamento degli animali, e questo rappresenta una nota stonata per la Relazione.

Ciro Troiano

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