Conto Corrente pignorato? Ecco come difendersi

176 Visite

Nel momento in cui si contrae un debito, che può essere pubblico (verso lo stato o il fisco) oppure privato verso un altro soggetto, se non si salda per tempo, i beni patrimoniali, o il conto corrente, possono essere a rischio.

Il pignoramento del conto corrente è una procedura di espropriazione forzata che un creditore può attivare nei confronti di un debitore per il recupero di un debito. Di fronte a questa possibilità, è possibile difendersi da un pignoramento del conto corrente? Vediamo come.

Qualora il creditore sia in possesso di una sentenza di condanna, un decreto ingiuntivo, una cambiale o un assegno notifica al debitore l’atto di precetto. Decorso inutilmente il termine indicato nel precetto, è possibile rivolgersi al giudice per chiedere il pignoramento dei beni, mobili o immobili ma anche del conto corrente.

Il Fisco può mettere in atto la procedura per il pignoramento del conto corrente senza attendere la decisione di un giudice, in quanto la cartella esattoriale rappresenta già un atto esecutivo.

Con il pignoramento del conto corrente la banca viene invitata a bloccare le somme presenti sul conto, quindi, tutte le somme di denaro, crediti, corrispettivi, trattenute, conti correnti, depositi azionari ed obbligazioni, titoli di Stato e qualsiasi intestato al debitore, fino alla concorrenza del credito pignorato. 

Esistono dei limiti legali ai pignoramenti del conto corrente, che variano a seconda che le entrate del debitore provengano da pensione, stipendio o Naspi, e che siano già state accreditate sul conto corrente o meno. Inoltre, i limiti di pignoramento differiscono se il creditore è l’Agenzia delle Entrate.

Il conto corrente è un bene pignorabile, e le informazioni sui conti dei soggetti che hanno contratto un debito non sono così difficili da individuare. Di fatto agire su un conto corrente ne impedisce la disponibilità al soggetto, per questo motivo non si può agire in tal senso se su questi conti vengono versati periodicamente assegni di accompagnamento per soggetti disabili, pensioni di invalidità o assicurazioni sulla vita.

Se il debito è stato contratto verso il fisco, l’Agenzia delle Entrate può accedere piuttosto facilmente alle informazioni, grazie all’Anagrafe Tributaria, per cui può decidere di bloccare il conto passando direttamente alla banca. Si può dire quindi che il conto corrente è uno dei beni più facilmente attaccabili.

Prima di vedere come difendersi dal pignoramento di un conto corrente, è necessario conoscere come viene individuato un conto corrente specifico su cui agire. Successivamente all’invio di una notifica che riguarda il debito, al soggetto interessato, il creditore può procedere tramite Tribunale competente, e può richiedere una verifica all’Anagrafe Tributaria.

Si tratta di un registro dell’Agenzia delle Entrate che è accessibile in questi casi sia a creditori privati che alla stessa Agenzia, e che contiene tutte le informazioni sui conti correnti posseduti da un determinato soggetto. Tutti i conti correnti sono registrati, tuttavia va tenuto in considerazione che non è possibile conoscere le somme precise presenti su questi conti.

Può quindi accadere di imbattersi in un conto corrente in rosso, che non ha denaro depositato: in questo caso non sarà possibile procedere con il pignoramento per recuperare le somme del debito. Ad esclusione dei conti in rosso, e dei casi tutelati visti prima, è possibile in tutti gli altri casi procedere al pignoramento dei conti correnti, anche se questi si trovano all’estero.

Un soggetto che ha contratto un debito, può tutelarsi e difendersi da un’eventuale azione di pignoramento del proprio conto corrente? Questo è possibile, in modo del tutto legale, procedendo in alcuni modi. La prima soluzione è quella di non lasciare somme sul conto corrente, ovvero lasciare il conto in rosso.

Il problema collaterale di questa azione è quello che riguarda l’utilizzo del conto, che non è più possibile per lo stesso titolare, e versare i soldi su un altro conto non è sempre la soluzione, perché anche questo è facilmente individuabile.

Esiste tuttavia un’altra soluzione, ovvero quella di chiedere un fido alla banca: in questo modo è possibile prelevare dalla banca sia le somme depositate sul conto che un’aggiunta rappresentata dal prestito della banca. In questo modo il conto corrente di fatto rimane in rosso, ma è ancora possibile utilizzare del denaro.

Tieni presente che ogni somma che viene versata sul conto in questo caso andrà a coprire il fido alla banca, e anche in questo caso il conto rimarrebbe in rosso. Anche se è una soluzione possibile, tuttavia ci sono non poche difficoltà nella pratica, soprattutto perché è necessario prima di tutto che la banca presti queste somme, ovvero è necessario dimostrare di essere buoni pagatori e riuscire ad ottenere il fido.

Le banche prima di prestare una somma di denaro si accertano che il soggetto abbia disponibilità di guadagni o somme da destinare alla copertura del fido.

Un altro effetto collaterale è la possibilità che, nel caso in cui il conto venga pignorato comunque, il titolare non potrà più richiedere un fido alla banca o un prestito successivamente. Detto questo, chiedere un fido è una procedura del tutto lecita e legale per cui è possibile difendersi dal pignoramento di un conto corrente.

Un’altra soluzione è quella di prelevare il denaro dal proprio conto corrente ogni giorno, in modo da lasciare somme esigue e trasferire tutto il resto in un altro conto, intestato ad un’altra persona. Questo secondo conto non sarà di fatto pignorabile, perché intestato ad un altro soggetto. Tieni presente però che il fisco potrebbe comunque fare dei controlli sul nuovo conto, per bloccare quelle somme di denaro.

Se si sceglie invece di aprire un secondo conto intestato a proprio nome, come accennato prima, un’accortezza può essere quella di aprirlo presso un’altra banca, in modo che sia più difficile che venga bloccato.

Un’alta eventualità per difendersi dal pignoramento di un conto corrente è quella di avere un conto cointestato: la regola prevede che il conto corrente possa essere aggredito dai creditori solamente per il 50%, dato che è intestato anche ad un altro soggetto.

Per verificare se il proprio conto è stato pignorato, è possibile controllare le scritture contabili tramite home banking o chiedere informazioni alla propria banca. Se il pignoramento è stato effettuato in modo illegittimo, è possibile richiedere la revoca presentando un ricorso tramite un avvocato. Se la revoca non viene accolta, è necessario pagare la somma pignorata per sbloccare il conto.

Esistono alcuni tipi di conti, come i conti cointestati, i conti intestati a minorenni e i conti pensione, che non possono essere completamente pignorati.

Franco Marella

Promo