A passeggio tra l’arte: mostre e musei

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BIENNALE ARCHITETTURA 2023

La Biennale Architettura si svolge da sabato 20 maggio a domenica 26 novembre 2023 (pre-apertura 18 e 19 maggio), curata dall’architetta, docente di architettura e scrittrice Lesley Lokko, che ha commentato: “Noi architetti abbiamo un’occasione unica per proporre idee ambiziose e creative che ci aiutino a immaginare un più equo e ottimistico futuro in comune”.

Lesley Lokko nel 2020 ha fondato ad Accra, in Ghana, l’African Futures Institute, scuola di specializzazione in architettura e piattaforma di eventi pubblici. Nel 2015 aveva fondato la Graduate School of Architecture a Johannesburg. Ha insegnato negli Stati Uniti, in Europa, in Australia e in Africa. Ha ricevuto numerosi premi per il suo contributo all’insegnamento dell’architettura.

Fino al 26 novembre 2023 

Dove: Biennale di venezia 

Info: https://www.labiennale.org/it/architettura/2023/18-mostra 

Il Pugile e la Vittoria

Il Pugilatore in riposo, uno dei bronzi di più alta qualità che siano giunti a noi dal mondo antico, fu rinvenuto nel 1885 alle pendici del Quirinale, occultato tra i muri di fondazione di un tempio. Rappresenta un pugile nel momento del riposo dopo una competizione, seduto con le gambe divaricate e gli avambracci poggiati sulle cosce. La critica non è unanime nella datazione di questo capolavoro che oscilla tra il IV e il I secolo a.C.

La statua è stata realizzata in bronzo con la tecnica della fusione cava a cera persa con metodo indiretto; fusa in più parti, al busto sono saldate la testa, le braccia e la gamba sinistra, mentre la gamba destra è fusa con il torso. Ogni dettaglio è reso con soluzioni di altissima qualità estetica e sofisticatezza tecnica, con ampio utilizzo anche di metalli di colore contrastante per dare policromia e icasticità all’insieme. Le porosità e i difetti di superficie successivi alla fusione sono stati riparati con estrema cura inserendo piccoli tasselli quadrangolari. Gli occhi non sono conservati, ma dovevano essere realizzati con un materiale differente come pasta vitrea, pietre dure o avorio.

La statua della Vittoria Alata venne portata in luce la sera del 20 luglio del 1826, durante la campagna di scavi avviata nel 1823 dall’Ateneo di Scienze Lettere e Arti diBrescia, su delega della municipalità e grazie a una raccolta pubblica di fondi, nell’area del Capitolium.

Fino al 29 ottobre 2023 

Dove: Brixia Parco Archeologico – Brescia

Info: https://www.bresciamusei.com/evento/il-pugile-e-la-vittoria/

Scolpire il vento

Comune di Carrara e mudaC sono lieti di annunciare l’apertura della mostra “Scolpire il vento” di Francesco Bartoli, vincitore del PAC2021 – Piano Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

L’esposizione presenta il risultato di un progetto condotto nel corso degli ultimi quattro anni, attraverso una poetica esplorazione del territorio naturale e antropologico delle Alpi Apuane, durante i quali sono state attivate collaborazioni con l’Accademia di Belle Arti di Carrara, il Museo Tattile “Omero” di Ancona, l’Archivio Cinema d’Impresa di Ivrea, istituzioni che hanno permesso la realizzazione del film e partecipato attivamente alla sua costruzione.

In mostra il film “Scolpire il vento”, un gruppo di fotografie, due sculture. Nel film l’artista ha rappresentato il paesaggio di Carrara, attivando relazioni con gli scalpellini, artisti e studenti dell’Accademia di Belle Arti. Attraverso immagini toccanti e estratti storici, il film esplora il rapporto tra marmo, persone, paesaggio, società e storia, rivelando la potenza dell’immaginazione e offrendo nuovi modi di comprendere la complessità di questo territorio.

“Il progetto Scolpire il vento di Francesco Bartoli interpreta le strategie di promozione culturale adottate dalla nostra amministrazione – sostiene Gea Dazzi, Assessore alla Cultura e Istruzione del Comune di Carrara – “in particolare le collaborazioni attivate dall’artista hanno permesso di realizzare un’opera filmica che rappresenta lo straordinario valore e unicità del nostro territorio e che entrerà a fare parte della collezione permanente del museo”.

Fino all’08 ottobre 2023 

Dove: mudaC, via Canal del Rio 1, Carrara

Info: https://mudac.museodellearticarrara.it/index.php?id_sezione=4758&id_oggetto=0&id_doc=44&id_categoria=0

IL COLORE DEI SOGNI: A MESTRE ARRIVA CHAGALL

Pittore del sogno e della fantasia creatrice, oltre al pubblico Marc Chagall ha stregato schiere di artisti: parte di qui la grande mostra in arrivo al Centro Culturale Candiani di Mestre, che dal prossimo 30 settembre presenterà i dipinti dell’artista bielorusso a confronto con le opere di altri grandi protagonisti del Novecento. Accanto ai capolavori di Chagall conservati alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro avremo perciò occasione di ammirare prestiti provenienti da prestigiose collezioni come quelle dell’Albertina di Vienna, del Musée National Marc Chagall di Nizza, del Museum of Fine Arts di Budapest e dell’Israel Museum di Gerusalemme.

Curata da Elisabetta Barisoni per la Fondazione Musei Civici di Venezia, Chagall. Il colore dei sogni è concepito come un viaggio fantastico attraverso l’arte del XX secolo. Con lo sguardo onirico dell’artista come filo conduttore, ci muoveremo tra le avanguardie e i movimenti più disparati, spaziando dalle visioni simboliste di Odilon Redon e Adolfo Wildt alle sperimentazioni ardite dei Cubisti e dei Costruttivisti, dai colori accesi di maestri espressionisti come Emil Nolde all’immaginazione libera di George Grosz, fino al Surrealismo di Max Ernst, che guardò a Chagall come a un riferimento imprescindibile per la propria arte.

FINO AL 30 SETTEMBRE 2023

DOVE: Centro Culturale Candiani di Mestre 

Info: https://www.finestresullarte.info/mostre/mostra-marc-chagall-il-colore-dei-sogni-centro-culturale-candiani-mestre

IL PANE DEL CIELO. MARIA LAI IN MOSTRA A RIETI

Una riflessione sul “sacro contemporaneo” ispirato ai segni francescani, che reinterpreta in chiave contemporanea la spiritualità senza tempo di San Francesco d’Assisi.

È l’ultimo invito rivolto al pubblico dalle trame di Maria Lai, che trovano le loro radici nei riti arcaici della sua terra, tra i racconti e la poesia dimessa del quotidiano. Il lavoro dell’artista sarda approda a Rieti, dove, fino al 15 ottobre, Palazzo Dosi Delfini ospita la mostra Il pane del cielo, itinerario in quaranta opere della grande artista di Ulassai, in occasione delle celebrazioni per i Centenari Francescani, 1223 – 2023.

Ideata da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze, in collaborazione con l’Archivio Maria Lai, e organizzata dall’Associazione Mus.e, la mostra, a cura di Sergio Risaliti e Eva Francioli, è stata commissionata dal Comitato Nazionale per l’ottavo centenario della prima rappresentazione del presepe Greccio 2023, per rendere omaggio al “Poverello di Assisi” attraverso opere ispirate ai motivi che illuminano la vita del santo e trovano una sensibile interpretazione nel lavoro della poetessa dei fili.

Nelle sue opere, cariche di storie e di simboli, tra creazioni fragili in pietra, stoffa e legno, poesie fatte di materiali poveri che coinvolgono terra e cielo, uomo e natura, il divino e l’umano si fondono, rivelandosi con un linguaggio semplice e universale. Come gli insegnamenti di Francesco, le creazioni di Maria Lai sembrano interrogare il visitatore sul mistero dell’esistenza, guidandolo con stupore infantile tra le meraviglie del mondo.

“Amo il presepe come esperienza di qualcosa che, più ne indago l’inesprimibile, più trovo verità, più divento infantile e ingenua, e più rinasco. (…) Amo il presepio perché ci raccoglie intorno alla speranza di un mondo nuovo” diceva Lai. Così la mostra trae ispirazione dall’abilità dell’artista di rileggere in chiave contemporanea l’esempio di Francesco, ideatore della narrazione senza tempo del Presepe realizzato per la prima volta, nel Natale del 1223, in una grotta del borgo reatino di Greccio. In mostra anche L’offerta, un pane in terracotta che descrive l’interesse per la panificazione, metafora di arte e vita, elemento presente nell’intera produzione dell’artista, affascinata dalla ritualità e dal mistero del “farsi da sé” dell’impasto.

FINO AL 15 OTTOBRE 2023

DOVE: PALAZZO DOSI DELFINI – RIETI

INFO: HTTPS://GRECCIO-2023.COM/EVENTI/IL-PANE-DEL-CIELO-MOSTRA-MARINA-LAI/

NOVECENTO. IL RITORNO ALLA FIGURAZIONE DA SIRONI A GUTTUSO

Dal 22 Luglio 2023 al 26 Novembre 2023

LECCO

LUOGO: Palazzo delle Paure

INDIRIZZO: Piazza XX Settembre

ORARI: martedì 10-14, da mercoledì a domenica 10-18. Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima

CURATORI: Simona Bartolena

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 0341 286729

E-MAIL INFO: palazzopaure@comune.lecco.it

SITO UFFICIALE: http://www.museilecco.org

Il nuovo capitolo di questa narrazione, dopo la rassegna che ha esplorato l’universo futurista, è in calendario al Palazzo delle Paure, dal 22 luglio al 26 novembre 2023, con NOVECENTO. Il ritorno alla figurazione da Sironi a Guttuso.

 

La mostra, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi cultural, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Urbano Lecchese, travel partner Trenord, presenta oltre 60 opere di artisti quali Mario Sironi, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Felice Casorati, Arturo Martini, Giacomo Manzù, Mario Mafai, Renato Guttuso e molti altri che, nel periodo tra le due guerre, sostennero il Ritorno all’ordine, ovvero il richiamo alla figurazione senza rinnegare lo spirito delle avanguardie d’inizio secolo di cui erano stati fautori.

 

Il percorso è punteggiato da approfondimenti sulle altre espressioni creative coeve, dal design all’architettura, con l’affermarsi dell’Art Déco e del Razionalismo, dal teatro alla letteratura. Come le altre mostre del progetto di Palazzo delle Paure, l’esposizione sarà corredata da un importante apparato didattico-narrativo, con cenni storici, informazioni e spiegazioni dal taglio divulgativo. 

 

“Ritorna una grande mostra a Palazzo delle Paure proposta da ViDi – dichiara Simona Piazza, assessore alla Cultura del Comune di Lecco -, con cui con piacere, ormai da diversi anni, promuoviamo grandi mostre nel polo espositivo d’eccellenza della nostra città. Questa nuova mostra dedicata al Novecento segue quella dei Futuristi, che si è appena conclusa con un grande successo di pubblico e, pur ricalcando un analogo arco temporale, propone un percorso artistico più figurativo, classico. L’obiettivo è quello di proporre un excursus negli secoli 800 e 900 in grado di legarsi anche ai temi e alle opere ospitate presso la nostra galleria di arte moderna, per un percorso artistico di scoperta e conoscenza che arriva fino alla prima metà del secolo scorso”.

Fino al 26 Novembre 2023 

Dove: Palazzo delle Paure – Lecco

Info: http://www.museilecco.org

IL GRAN TEATRO DELLA LUCE. TRA TIZIANO E RENOIR

La luce è la protagonista indiscussa di questa esposizione, ricercata e analizzata nelle diverse declinazioni che nei secoli gli artisti, tra l’Italia e le Fiandre e tra il Seicento e il Novecento, hanno immortalato sulla tela: una luce che è anche testimone dello scorrere del tempo e che viene indagata nella sua portata tecnologica, viaggiando tra rappresentazioni di paesaggi e visioni a lume di candela fino ad arrivare alla luce elettrica, l’artificio luminoso che proprio nella Val d’Ossola trova la sua consacrazione in quanto territorio ideale per la costruzione delle centrali idroelettriche.

 

Sono quarantacinque le opere in mostra, di cui 13 sono un eccezionale prestito di Banco BPM, che si snodano all’interno delle navate di Palazzo San Francesco in un allestimento pensato e realizzato dall’architetto e light designer Matteo Fiorini di Studio Lys; un innovativo percorso luminoso che utilizza anche i materiali dell’Ossola, come la pietra di serizzo, e che accompagna il visitatore in una ‘meditazione’ guidata per gli occhi e per la mente, consentendogli di immergersi in una quinta scenica dove la luce fa da padrona.

 

Nella prima sezione si incontrano i dipinti “a lume di candela”, affascinanti scene di genere dove l’attenzione è direzionata sulla resa della fonte luminosa sprigionata dalle candele o dai tizzoni. Una ricerca questa che ha attraversato i secoli ed è così che le raffinate tele di artisti seicenteschi fiamminghi come Gherardo delle Notti, Adam de Coster e Trophime Bigot dialogano con il sorprendente Contadino che accende una candela con un tizzone ardente, realizzato da Angelo Inganni nel 1850 e proveniente dalla collezione della Fondazione Cariplo, ma anche con una silente Natura morta di Giorgio de Chirico che restituisce un valore simbolico della luce nel Novecento.

 

Cuore della mostra è l’artificio teatrale della luce che viene esaltata da artisti che sono protagonisti assoluti della scena sacra tra fine Cinquecento e Ottocento, intensificando i sentimenti e il pathos delle storie che vengono narrate. Si potrà ammirare, tra gli altri, l’intenso Cristo morto sorretto dagli angeli di Paolo Piazza, uno dei capolavori che giungono dalla collezione di Banco BPM, il suggestivo e struggente capolavoro della Deposizione di Cristo nel sepolcro di Tiziano proveniente dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e, tra gli altri, il caravaggesco Cristo alla colonna di Mattia Preti di collezione privata. Il percorso continua con la sezione dedicata alla luce nella natura, soprattutto nel paesaggio lacustre e montano, dove si evidenziano le varie fasi della giornata e l’alternarsi delle stagioni ammirando opere di artisti ottocenteschi come Ippolito Caffi, Domenico Induno e Angelo Morbelli e si trovano anche grandi tele dedicate al paesaggio ossolano, esposte per la prima volta, in cui i riflessi dell’acqua riproducono le luci tipiche della vallata. Questa sezione si arricchisce di due capolavori: l’affascinante Panni al sole, uno dei più importanti dipinti divisionisti di Pellizza da Volpedo, custodito in collezione privata, e Le lavandaie a Cagnes di Pierre-Auguste Renoir; si svelano agli occhi dei visitatori due opere della storia dell’arte italiana ed europea che restituiscono il valore della luce naturale in maniera sorprendente.

Fino al 07 Gennaio 2024

Dove: Musei civici Gian Giacomo Galletti – Domodossola 

Info: https://www.museionline.info/musei/musei-civici-gian-giacomo-galletti

DOROTHEA LANGE. RACCONTI DI VITA E LAVORO

Il percorso di mostra, visitabile dal 19 luglio all’8 ottobre, si concentra in particolare sugli anni Trenta e Quaranta, picco assoluto della sua attività, periodo nel quale documenta gli eventi epocali che hanno modificato l’assetto economico e sociale degli Stati Uniti. Fra il 1931 e il 1939, il Sud degli Stati Uniti viene infatti colpito da una grave siccità e da continue tempeste di sabbia, che mettono in ginocchio l’agricoltura dell’area, costringendo migliaia di persone a migrare. Dorothea Lange fa parte del gruppo di fotografi chiamati dalla Farm Security Administration (agenzia governativa incaricata di promuovere le politiche del New Deal) a documentare l’esodo dei lavoratori agricoli in cerca di un’occupazione nelle grandi piantagioni della Central Valley: Lange realizza migliaia di scatti, raccogliendo storie e racconti, riportati poi nelle dettagliate didascalie che completano le immagini.

È in questo contesto che realizza il ritratto, passato alla storia, di una giovane madre disperata e stremata dalla povertà (Migrant Mother), che vive insieme ai sette figli in un accampamento di tende e auto dismesse.

 

La crisi climatica, le migrazioni, le discriminazioni: nonostante ci separino diversi decenni da queste immagini, i temi trattati da Dorothea Lange sono di assoluta attualità e forniscono spunti di riflessione e occasioni di dibattito sul presente, oltre a evidenziare una tappa imprescindibile della storia della fotografia del Novecento.

 

La mostra offre quindi ai torinesi e ai turisti un’occasione imperdibile per conoscere meglio l’autrice di una delle immagini simbolo della maternità e della dignità del XX secolo e interrogarsi sul presente.

 

La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli editore.

Dopo la prima tappa a CAMERA sarà esposta al Museo Civico di Bassano del Grappa a partire dal 21 ottobre.

Dorothea Lange si avvicina alla fotografia nel 1915, imparandone la tecnica grazie ai corsi di Clarence H. White alla Columbia University. Nel 1919 apre il proprio studio di ritrattistica a San Francisco, attività che abbandona negli anni Trenta per dedicarsi a una ricerca di impronta sociale e a documentare gli effetti della Grande Depressione. Fra il 1931 e il 1933 compie diversi viaggi nello Utah, in Nevada e in Arizona. Nel 1936 si unisce alla Farm Security Administration (FSA). All’interno di questo progetto epocale realizza alcuni dei suoi reportage più famosi, nonostante alcuni contrasti con Roy Stryker (a capo della divisione di informazione della FSA) in merito alle proprie scelte stilistiche. Nel 1940 ottiene un Guggenheim Fellowship (un importante riconoscimento concesso ogni anno, dal 1925, dalla statunitense John Simon Guggenheim Memorial Foundation a chi ha dimostrato capacità eccezionali nella produzione culturale o eccezionali capacità creative nelle arti.). All’inizio degli anni Cinquanta si unisce alla redazione di Life e si dedica all’insegnamento presso l’Art Institute di San Francisco. Muore nel 1965, a pochi mesi dall’importante mostra che stava preparando al Museum of Modern Art di New York. Fra le esposizioni più recenti si ricordano Politics of Seeing al Jeu de Paume di Parigi nel 2018 e Words & Pictures al MoMA nel 2020.

Fino al 08 Ottobre 2023

Dove: Centro Italiano per la Fotografia – Torino

Info: https://camera.to/mostre/dorothea-lange/

INCURSIONI PARALLELE. CAPOLAVORI DELLA GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA E DELLA PINACOTECA FORESIANA

C’è un’apparente contraddizione nel titolo. Se, nella loro equidistanza, le rette non si incontrano mai, l’incursione ha invece un’accezione opposta, quella di un vero e proprio scontro. E tuttavia, in questo contesto di apparente inconciliabilità dei due termini, si instaura un rapporto dialogico, uno scambio reciproco che fa dell’arte l’ideatrice di una traversata verso un nuovo punto di vista della sua storia, almeno di quella approdata all’Isola d’Elba.

Come novelle pirate, le curatrici, entrambe elbane, si sono tuffate nei depositi dei Musei in cui lavorano alla ricerca del tesoro. Il bottino raccolto è stato meticolosamente selezionato…in parallelo.

Sono stati scelti e messi in relazione artisti che hanno segnato la storia dell’arte tra la fine dell‘800 e l’inizio del ‘900 e che hanno avuto un legame con l’Elba: Vincenzo Ciardo, Antonio Ciseri, Giovanni Fattori, Edoardo Gordigiani, Llewellyn Lloyd, Plinio Nomellini, Telemaco Signorini.

In mostra venti capolavori, appartenenti sia alla collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma – il più grande museo italiano per l’arte di questo periodo – che alla collezione della Pinacoteca Foresiana di Portoferraio – il più ricco museo civico locale.

In questa isola, in un territorio che fa dell’accoglienza la sua cifra distintiva, in uno spazio unico come la cinquecentesca caserma De Laugier, il vento ha preso un’altra piega e ciò che avviene è uno scambio reciproco, un soffio di ulteriore bellezza con cui l’arte ci abbraccia. L’iniziativa è nata dalla duplice volontà dei due enti pubblici coinvolti, che ha permesso di realizzare il progetto in piena e felice collaborazione.

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, nell’intento di perseguire la propria mission istituzionale ed in particolare quanto previsto all’art. 2 del proprio Statuto, ha deciso di intraprendere un’importante attività di valorizzazione del territorio attraverso il progetto “Incursioni Parallele” che si pone come rinnovato modello di valorizzazione delle collezioni della Galleria, la quale, operando in sinergia con i musei periferici presenti sul territorio nazionale mira a favorire un turismo più sostenibile in grado di avvicinare l’arte ai territori, rendendo così fruibili, attraverso l’esposizione negli spazi museali locali, anche opere d’arte attualmente collocate nei depositi dell’Istituto; Il Comune di Portoferraio ha accolto la proposta con l’obiettivo di valorizzare la magnifica qualità della collezione d’arte della Pinacoteca Foresiana, donata dall’insigne letterato e cultore d’arte Mario Foresi nel lontano 1914 alla città di Portoferraio, che costituisce uno snodo fondamentale per la conoscenza della storia dell’arte, nonché un punto di partenza per la formazione culturale di intere generazioni di studenti dell’isola d’Elba. 

Fino al 05 Novembre 2023 

Dove: Pinacoteca Foresiana – Portoferraio  

Info: https://www.elbareport.it/arte-cultura/item/62333-taglio-del-nastro-per-la-mostra-incursioni-parallele-alla-pinacoteca-foresiana-con-20-dipinti-capolavoro

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