Michele Marzella all’anagrafe ha 43 anni e Jamil ne ha 108, due nomi due vite; una classica, figlio di meridionali, classe operaia; l’altra una rinascita abbracciando la fede scivaista, ovvero una profonda tradizione religiosa dell’induismo che considerano il dio Siva come divinità suprema, principio di tutte le manifestazioni del Trimundio. Senza lasciarsi prendere da turbe dottrinali filosofiche Michele Jamil è un tutt’uno con se stesso e tutt’uno con il mondo fondendo la sua passione per la musica con il suo IO religioso.
Eh già, Jamil è un musicista eclettico suona il trombone ma è anche messaggero delle melodie della tuba tibetana uno strumento che allude alla potenza divina del suono , della musica, della incoscienza, agli spazi aperti, un groviglio umano e religioso il cui suono della Tuba si mimetizza ponendo la cultura tibetana nell’armonioso paradiso terrestre.
Ho trascorso qualche momento in compagnia di Michele Jamil e, a parte, la dicotomica vita terrestre e quella subliminale dello scivaismo, è coraggioso, alessitimico e determinato, come vuole l’usanza tibetana. E’ un artista! La sua tuba è un tutt’uno con se stesso perché è ricerca, melodia e follia un tripudio di vitalità. La tuba non produce parossismi musicali come i tormentoni estivi, la tube è il messaggio musicale che ti avvolge, ti sprona, ti legge negli occhi e ti entra nel cuore.
Quando Jamil suona la tuba ritrova se stesso, ritrova i luoghi della saggezza, della fluidità del percorso della vita, dell’armonia del suono.
Michele invece suona il trombone, è festoso, arrogante, volitivo, magistrale e monumentale. Il Trombone si trasforma in un unico fiato e quel che esce sono onde di piacere, avvolgenti, una musica che ti entra dentro e ti fa ballare senza che te ne accorgi. Le sue performance sono richiestissime perché riesce a coniugare spasso a momenti di tensione vibrante.
La musica lo accompagna da tenera età grazie alla banda musicale della sua terra, della sua Giovinazzo, una ridente cittadina di mare alle porte di Bari. Lì ha iniziato i primi passi, lì ha incominciato la sua vita da musicista, lì si è formato.
Poi è arrivato il tempo del rinnovamento della nascita, l’abbraccio ad un nuovo credo e l’avventura con la tuba tibetana. Lì è iniziato il suo nuovo corso della vita, lì è iniziato l’amore per se stesso , lì è iniziato il suo cammino spirituale, lì ha conosciuta la competenza emotiva – « Ho scelto di rinascere e di abbracciare la mia nuova vita perché era giunto il momento di dedicare i miei sentimenti a qualcosa di profondo di imponderabile ma allo stesso tempo sublime. La tuba è un dono e suonarla è un ringraziamento. Quando suono la Tuba esplode la mia sensibilità ancestrale il mio collegamento con il mondo che mi circonda. La tuba rappresenta una contaminazione di suoni il cui effetto è la partecipazione con il cuore. E’ una emozione grandissima ogni qual volta che la suono.»
Michele Jamil qual è il tuo sogno? «far conoscere al mondo il suono della tuba tibetana, far librare nell’aria le sue note. Io sono il devoto e modesto messaggero delle emozioni. » « Ho conosciuto il mondo moderno perché suono dall’età di 9 anni, ma mi affido al mondo della consapevolezza ogni qualvolta mi esibisco e suono la tuba tibetana mi libero dalla ruggine del mondo conosciuto e apro orizzonti ogni volta nuovi. Io non solo suono la tuba ma cerco di trasmettere amore »
Domando a Michele Jamil cosa vuol fare da “grande”…« partecipare alla creazione di un mondo musicale che penetra anche i duri di cuore, esibirmi su palcoscenici proiettandomi nel mondo della fede musicale con le contaminazioni sonore tipiche e proprie del mio sublime strumento… vorrei far conoscere e lasciare un segno tangibile di cosa significhi suonare la tuba e, come tutti gli artisti, vorrei far conoscere la mia fede musicale ancorché proveniente da mondi lontani e da religioni diversi. Ho anche un altro sogno: esibirmi nello spettacolo “ La notte della Taranta a Melpignano”»
Dunque un messaggero è questo lo snodo principale a cui Michele Jamil vuole dedicarsi.
Michele Jamil i tuoi prossimi appuntamenti musicali? « ho avuto modo di suonare ed di esibirmi con personaggi del calibro di Caparezza, Renato Zero , Enzo Gragnaniello e Daniele Sepe. Nel jazz italiano ed europeo ed internazionale con Paolo Fresu, Keith Tippet, Lois Moholo, Enrik Frosmarc, Francis e Toups Bebey e sto preparando il mio ultimo lavoro musicale che si chiama Risvegli Mediterranei di cui fa parte l’artista Ciccio Merolla colui che ha cantato e arrangiato la canzone Malatìa Malatìa. Ho voglia di inondare il mondo di musica sensazionale e riflessiva voglio che la mia musica sia un messaggio d’amore.»
La nostra chiacchierata volge al termine il caffè è servito e gustato, Michele parla e Jamil riflette non sono conflitti interiori sono semplicemente due persona in una che si completano.
Mi viene quasi voglia di vedere se sono capace di rinascere.
Auguri Michele Jamil.
Franco Marella