Si proprio così: tanto rumore per nulla visto che alla fine chi ha ammazzato l’orsa madre di due cuccioli se la caverà con quasi un nulla di fatto. Vergognoso! Cosa rischia chi uccide un animale?
Rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione Andrea Leombruni, il 56enne che ha ucciso a fucilate Amarena, un esemplare rarissimo di orso marsicano. Il cacciatore di San Benedetto dei Marsi ha provato a giustificarsi “Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà.
Beh, poco importa. L’uomo è, infatti, indagato per il reato di cui all’art. 544-bis c.p. che scatta ogniqualvolta si cagioni la morte di un animale per crudeltà o senza che ve ne sia l’indifferibile necessità. Non si è puniti invece se la morte è causata per negligenza o imprudenza. Per crudeltà deve intendersi “l’inflizione all’animale di gravi sofferenze per mera brutalità”.
La necessità, invece, si verifica ogniqualvolta l’uccisione dell’animale sia inevitabile per evitare un pericolo imminente o per impedire l’aggravamento di un danno a sé o ad altri o ai propri beni. Il pericolo deve essere concreto e attuale. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione con sentenza n. 27197/2022.
Tuttavia non va dimenticata la normativa nazionale. Difatti la legge 157 del 1992 a tutela della fauna, all’art. 30, prevede l’arresto da 3 mesi ad 1 anno e l’ammenda da euro 1032 a euro 6197 per chi abbatte, cattura o detiene esemplari di orso, stambecco, camoscio d’Abruzzo, muflone sardo. Non dovrebbe – almeno così pare – servire a fargliela passare liscia la circostanza che l’animale si aggirasse nella sua proprietà.
Tornando ad Amarena, lo scenario più probabile che si prospetta è quello che vede il Leombruni uscirsene vincitore sborsando poche migliaia di euro.
In Puglia non ci sono orsi o stambecchi o camosci tuttavia esiste altra fauna tutelata nelle zone murgiane e premurgiane. Per esempio nel Gargano sono protetti il lupo, proveniente dal vicino Abruzzo e il capriolo, ormai con una presenza quasi costante. Anche il cinghiale è ormai ridotto a pochi capi. Esistono ancora: il tasso, la volpe, qualche esemplare di istrice, la talpa, la donnola e lo scoiattolo. Nella Zona della Murgia e del Salento la fauna dei mammiferi si riduce, soprattutto, ai roditori, tra cui l’arvicola ed il topo campagnolo. Per quanto riguarda gli uccelli, le pianure sono popolate di allodole e di calandre. Nel Tavoliere nidifica la gallina prataiola.
Insomma la legge esiste ma alla legge si fa la barba – sicché, caro 544-bis: arrivederci e grazie!
Franco Marella