Metà degli ospedali di Gaza non sono più operativi. In Egitto in salvo 800 stranieri

55 Visite

L’Unione Europea chiede pause umanitarie immediate nella Striscia di Gaza, dove metà degli ospedali non sono più operativi, condanna Hamas per l’utilizzo dei civili come scudi umani, ed esorta Israele a ricorrere al “massimo contenimento” per proteggere i civili nella guerra in corso. Il futuro dell’enclave palestinese è sul tavolo della riunione dei ministri degli Esteri dei 27 a Bruxelles e l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, si è detto “profondamente preoccupata per l’aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza”.

Intanto l’esercito di Israele ha annunciato una pausa umanitaria di quattro ore per la giornata di oggi a Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza, vicino al confine con l’Egitto. Più di 800 cittadini stranieri sono passati oggi attraverso il valico per entrare in Egitto, ha annunciato un funzionario di frontiera egiziano a un giornalista della CNN.

Se la cifra fosse confermata si tratterebbe del maggior numero di persone che ha attraversato il valico in un solo giorno da quando sono iniziate le evacuazioni dall’enclave. Secondo il funzionario si tratta della prima evacuazione di cittadini stranieri da giovedì, quando più di 300 avevano lasciato Gaza attraverso il valico.

La pausa è prevista dalle 10 alle 14 locali. Israele ha anche annunciato che il corridoio umanitario per l’evacuazione dei residenti dal Nord della Striscia sarà nuovamente operativo dalle 9 alle 16 locali. Il percorso si snoda dall’ospedale al-Shifa lungo la strada Salah ed-Din fino al Sud della Striscia. 

Nell’ospedale al-Shifa restano più di 3.500 persone, quasi un terzo di quante ne erano state riportate durante il fine settimana. Mohammed Zaqout, direttore degli ospedali di Gaza, ha detto ad al-Jazeera che circa 650 pazienti, 500 operatori sanitari e 2.500 sfollati rimangono all’interno del complesso di Gaza City. Le cifre sono inferiori a quelle diffuse nel fine settimana, quando era stato riferito che sul posto si trovavano 1.500 pazienti, 1.500 operatori sanitari e 7.000 sfollati. 

Borrell annuncia una visita in Medio Oriente

Israele, Palestina, Bahrein, Arabia Saudita, Qatar e Giordania saranno questa settimana le tappe di un viaggio annunciato da Borrell “per discutere di accesso umanitario, assistenza e questioni politiche con i leader regionali”. Abbiamo bisogno di un orizzonte politico che guardi alla soluzione dei due Stati. Ciò puo’ essere raggiunto solo attraverso il dialogo”, ha aggiunto.

“Non dobbiamo parlare solo della situazione odierna a Gaza. Dobbiamo cominciare a pensare alla soluzione per il post-guerra. È qualcosa che i ministri dovrebbero concentrarsi nella discussione. Cosa succederà dopo, come possiamo affrontare la situazione a Gaza non solo con la ricostruzione ma per offrire una soluzione integrata alla questione palestinese. Questo è il vero problema politico che dobbiamo affrontare: ossia la soluzione definitiva al conflitto tra Israele e Palestina che ha raggiunto questo alto livello di orrore”, ha dichiarato Borrell a proposito del vertice odierno.

“Dobbiamo cercare la pace per loro. La soluzione per Gaza non può essere isolata. Mi confronterò con i ministri che cosa ne pensano, che cosa sostengono e cosa respingono”, ha aggiunto il capo della diplomazia di Bruxelles. 

israele guerra condanna hamas ultimi aggiornamentiGaza City

L’ospedale di al-Shifa sotto le bombe

Migliaia di palestinesi sperano di lasciare oggi l’ospedale al-Shifa, il più grande della Striscia di Gaza, che è rimasto senza acqua né elettricità da giorni ed è coinvolto nei combattimenti tra Hamas e l’esercito israeliano. Secondo il movimento islamista, nella struttura sono già morti 27 pazienti in terapia intensiva e 7 bambini prematuri

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha negato che Israele stia colpendo l’ospedale. Rapporti del personale di Al-Shifa suggeriscono che la struttura, che ospita migliaia di palestinesi, sia a corto di elettricità  ma Herzog sostiene che “tutto funziona” nell’ospedale.

Le trattative per gli ostaggi

Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato in un’intervista alla NBC della possibilità di un accordo per il rilascio di alcuni dei circa 240 ostaggi rapiti da Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, una condizione che ha detto essere indispensabile per qualsiasi cessate il fuoco.

“Meno ne parlo, più è probabile che si concretizzi”, ha detto Netanyahu, senza approfondire i negoziati per il rilascio degli ostaggi, poco prima del 38 giorno di guerra scatenato il 7 ottobre da un sanguinoso attacco del movimento islamista che ha ucciso circa 1.200 persone, per lo più civili, e senza precedenti nella storia di Israele.

Video is loading   

Nella Striscia di Gaza, gli incessanti bombardamenti israeliani hanno ucciso 11.180 persone dal 7 ottobre, per lo più civili, tra cui 4.609 bambini, secondo il ministero della Sanità di Hamas. I combattimenti si concentrano nel cuore di Gaza City, nel nord del territorio, in particolare intorno ad alcuni ospedali sospettati dall’esercito israeliano di ospitare infrastrutture strategiche per Hamas, che usa la popolazione come “scudi umani”, ha detto.

Il territorio palestinese, dove più di 1,5 milioni dei 2,4 milioni di abitanti sono stati sfollati secondo l’Onu, è sotto un assedio totale imposto da Israele dal 9 ottobre, privando la popolazione di acqua, elettricità, cibo e medicine.  

IDF, agguato da ospedale Al-Quds, uccisi 21 terroristi

Le forze armate israeliane hanno ucciso 21 terroristi che hanno aperto il fuoco contro i soldati israeliani dall’ingresso dell’ospedale Al-Quds a Gaza City. Lo dice l’IDF. Secondo l’esercito, il gruppo di assalitori si confondeva all’interno di un gruppo di civili all’ingresso dell’ospedale, quando ha iniziato a sparare contro le forze dell’ordine con armi leggere.

Al tentativo di agguato, aggiunge l’IDF secondo quanto riportano i media israeliani, si sono uniti anche altri terroristi che sono usciti dagli edifici della zona e poi si sono nascosti nella zona dell’ospedale.

Austin, attacchi Usa a milizie filo-Iran in Siria

Caccia statunitensi hanno colpito siti appartenenti al Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane (IRGC) e alle milizie appoggiate dall’Iran nella regione di Deir Ezzor, nella Siria orientale. Lo ha detto il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin. Secondo Austin, gli attacchi hanno preso di mira una struttura di addestramento e un rifugio vicino alle citta’ di al-Bukamal e al-Mayadeen.

“Il presidente non ha priorità più alta della sicurezza del personale statunitense e ha diretto l’azione di oggi per chiarire che gli Stati Uniti difenderanno se stessi, il proprio personale e i propri interessi”, ha detto il segretario alla Difesa Usa. Secondo la televisione Al-Mayadeen, affiliata all'”Asse della Resistenza” iraniano, almeno una persona è stata uccisa e un’altra è rimasta ferita in un attacco vicino ad al-Mayadeen a Deir Ezzor, scrive il Jerusalem Post. 

agi

Promo