Si è disputato l’incontro di ritorno tra i suddetti campioni, dopo la strabiliante sconfitta del secondo sul primo di tutti i tempi.
Bel gioco, ma i conti non tornano!
Mentre assistevo al primo match del 14 novembre 2023, in cui trionfò Sinner, percepivo dal volto dei due contendenti che non sembrava che stessero giocando una partita in cui si impegnavano sinceramente.
Quest’emozione, esclusivamente viscerale, ha condizionato il mio sentimento di spettatore nel primo e, ancora di più, nel secondo match.
Vedevo troppe poche emozioni nelle espressioni facciali del ragazzo e troppa protervia nello sguardo del campionissimo di sempre.
Quello non era Djokovic: “appare come un ‘Gjoko’ artefatto”, mi dissi, predestinato ad aumentarne la suspense. Mi pervadeva questa sensazione spontanea.
L’impressione era quella di assistere ad uno scherzo del quale si poteva immaginare l’effetto, ma non la causa.
Posso congetturare che fosse quella di aumentare la tensione, aumentando l’aspettativa e il valore del botteghino, della seconda partita, di diversi milioni di euro.
Ma nulla me ne ha fornito la prova; scorgevo solo un’atmosfera irreale durante gli scambi palleggiati tra un campo e l’altro.
Ma perché il campionissimo si sarebbe risolto a ‘giocare’ così, proprio con quel ‘ragazzino di belle speranze’ e questi farsi sballottare così sul tabellone?
L’effetto di lanciarsi su spalti di tanto alto lignaggio, all’età di soli ventidue anni, è stato sensazionale.
A quest’ultimo sicuramente è convenuto gareggiare in una kermesse di tutto riguardo, anche immaginando che l’esito finale non gli avrebbe arriso.
Per il campione in carica, il cui potenziale si è visto subito, quel contendente doveva sembrargli facilmente controllabile.
Alla luce di questo presentimento, avevo predetto il risultato a casa mia già prima di vedere l’inizio della seconda partita. Mi aspettavo esattamente l’epilogo avvenuto.
Oltre al risultato del punteggio, il vincitore ha dimostrato la sua grandezza tecnica, ma non tutta quella specchiata invincibilità, che mi ero prefigurato in un gladiatore del tennis di quella statura.
Mi rammarica soltanto non poter confermare quella purezza smagliante che immaginavo per il vincitore, che spero di consolidare in seguito.
Quindi, non aspetto nemmeno la fine dell’incontro e inizio a scrivere quest’articolo sulla scorta della prima intuizione.
Prima di proporlo alla redazione, per scrupolo, controllerò il risultato per capire se ne avevo avuto legittimo motivo e se posso pubblicarlo a ragion veduta. Voi che lo state leggendo, sapete com’è andata a finire e potete confrontare le vostre sensazioni con le mie.