Vasco Rossi cantava la celebre frase di un ritorno che sa quasi di resa mai dichiarata. La bandiera bianca, di fatto, gli azzurri non l’hanno mai sventolata, anche se cadere dal grandino più alto dell’ultima edizione dell’Europeo (vinto) per via della seconda consecutiva mancata qualificazione ad un campionato mondiale ha fatto male al calcio italiano e a tutti i tifosi. Ma noi siamo ancora qua… eh già, come potrebbe essere altrimenti. Roberto Mancini aveva ridato al popolo la voglia e la passione di seguire la squadra di calcio della nostra nazionale, sostenerla nel bene e nel male… forse anche troppo. La mancata partecipazione all’ultima edizione del Mondiale è passata quasi come se fosse una normalità, come se fallire con Svezia e Macedonia del Nord fosse all’ordine del giorno. Gli insuccessi arrivano nella vita di tutti i giorni, ma non devono essere una costante. Ciò che non si dimentica è la paura di doversi giocare la qualificazione contro una squadra che ci ha regalato solo dispiaceri nell’ultimo periodo e contro un’altra che è mossa da animi che, oggi come oggi, vanno oltre la nostra comprensione.
Queste realtà, per quanto affermate, portano ad una paura peggiore rispetto alla corazzata inglese, dominatrice del girone e sempre alla continua ricerca di riscatto per quella finale persa. Cosa vuol dire tutto questo? Che dopo l’addio di Mancini il tifoso azzurro è ripiombato nel baratro, assalito da fantasmi del passato che hanno limitato quell’amore, quel riconoscimento e identificazione con la maglia azzurra. Il caso delle scommesse illegali ha creato un ulteriore distacco, una distanza che resta colmabile solo dalla voglia di tornare a gioire tutti insieme al bar, a casa, con amici e famiglia, in piazza con degli sconosciuti, ma sempre con un monitor pronto a raccontare una storia diversa. Un racconto che possa allontanare conflitti per religione e per i territori, far dimenticare le azioni crudeli che l’essere umano può compiere. Deve essere un grido di speranza e di gioia, perché rispetto ai mali del mondo è sicuramente cosa da poco, ma noi siamo ancora qua… e ci saremo sempre. Eccoci Euro 2024.
Foto: ANSA